La Sindone è davvero il lenzuolo in cui venne avvolto il Corpo di Gesù

 

Durante l’ostensione della Sindone, nel 1898 (un momento, cioè, in cui tutti potevano avvicinarsi per osservarla), Secondo Pia, un avvocato di Torino, chiese al Re, Umberto I, di poterla fotografare. E, quando l’avvocato sviluppò la foto, si rese conto che, l’immagine della Sindone sui negativi, appariva al positivo.
La Sindone doveva, quindi, ritenersi un’impronta al negativo, come se quella figura ci fosse stata regalata dalla storia, impressa come un timbro sul lenzuolo.
La Sindone è dunque un reperto storico/archeologico della Passione di Cristo, come della sua Resurrezione.

La Sindone è davvero il lenzuolo in cui venne avvolto il Corpo di Gesù
Sindone

E’ un lenzuolo di lino, tessuto a mano, della misura di 441 cm per 111 cm, in cui era stato avvolto un cadavere: noi crediamo fosse il Corpo esanime di Gesù Cristo, preso in custodia da Giuseppe d’Arimatea, subito dopo la crocifissione, come raccontano i Vangeli.
Oggi è conservata nel Duomo di Torino e, nel corso dei secoli, è stata esposta al pubblico più volte e ed è stata esaminata altrettante.
Lo scopo era proprio quello di affermare con certezza che si trattasse del lenzuolo che toccò Cristo. Intanto, i test effettuati, dichiarano che le tracce di sangue sono compatibili coi segni di 120 colpi di flagrum, il flagello romano, inferti su tutto il corpo, e della crocifissione.
Il sangue contiene creatina e ferritina in abbondanza, presente in alta concentrazione nelle vittime che hanno subito forti ed estenuanti traumi.
Ma questo non basta, certo, per chiarire i dubbi degli scettici; tante ancora le domande a cui si cerca una risposta: la provenienza del lenzuolo e la datazione, ad esempio; la definizione di altri oggetti che sembrano apparire sul lenzuolo, in alcune rilevazioni.

La Sindone è davvero il lenzuolo in cui venne avvolto il Corpo di Gesù
Gesù

Si noti tra l’altro che, stranamente, l’immagine della Sindone è come quella di un disegno, ossia non presenta macchie allungate o deformi, come se un corpo vi si fosse appoggiato sopra, ma come se si osservasse verticalmente la figura.
E sul lenzuolo sono stati riscontrati molti pollini, 28 specie diverse precisamente, presenti, tutte insieme, solo nella zona tra Gerusalemme e Gerico.

Il risultato dei recenti test

In Italia, gli studi più dettagliati e recenti sono stati condotti dall’Enea (che svolge ricerca sulla fisica della fusione) ed hanno affermato che non si riuscirebbe, nonostante le moderne tecniche, a replicare l’immagine della Sindone e anche la CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) ha fallito in questo.
C’è da ribadire che l’esame al radiocarbonio, che si effettuò sulla Sindone nel 1988 per determinarne la datazione, fu ampiamente contaminato.

La Sindone è davvero il lenzuolo in cui venne avvolto il Corpo di Gesù
Sindone

Già nel 1993, durante il Simposio Internazionale di Roma, lo statistico Philippe Bourcier de Carbon dell’Institut National d’Etudes Démographiques, affermò che vi erano state ben 15 irregolarità, in quella procedura: “Una tale constatazione di carenze rimane completamente inusitata, nel quadro di un dibattito autenticamente scientifico, e non si può che deplorare questa deroga alla deontologia usuale”.
Si riferiva, ad esempio, all’assenza di verbali e video; alle varie contraddizioni dei rapporti, in merito al taglio e al peso dei campioni prelevati dal sacro lenzuolo; al rifiuto della procedura del test a doppio cieco; all’esclusione dal test di alcuni scienziati che già conoscevano la Sindone; alla prematura divulgazione dei risultati, prima delle conclusioni.

Tracce antiche della Sindone

La Sindone, tra l’altro, era già citata in molti antichi testi liturgici, come in quelli di San Germano, Vescovo di Parigi nel VI secolo, di San Rabano Mauro, Arcivescovo di Magonza nel IX secolo, di Remigio d’Auxerre del IX-X secolo. E molti, all’epoca, testimoniavano di aver visto la Sindone a Gerusalemme nella Basilica del Santo Sepolcro.
Su un Medaglione del 1356 è raffigurata la Sindone con lo stemma del Cavaliere Geoffroy I de Charny, per cui Crociati e Templari sicuramente ebbero a che fare con la reliquia.
Inoltre, come ci fanno notare gli studiosi Marinelli e Zerbini è evidente la somiglianza “tra il volto sindonico e la maggior parte delle raffigurazioni di Cristo conosciute nell’arte, sia orientale sia occidentale”, “e non può essere attribuita a un puro caso; deve essere il risultato di una dipendenza, mediata o immediata, di un’immagine dall’altra e di tutte da una fonte comune”.

La Sindone è davvero il lenzuolo in cui venne avvolto il Corpo di Gesù
Sindone

Qualcuno, nel corso degli anni, ha insinuato che la Sindone potrebbe essere stata dipinta, seguendo le linee delle l’immagini di Cristo, riprodotte nell’arte.
Marinelli e Zerbini rispondono anche a questo: “E’ una tesi non sostenibile, perché le ricerche e le analisi eseguite sulla reliquia hanno escluso, con certezza assoluta, ogni ipotesi di una fabbricazione con mezzi artistici”. Le antiche immagini del volto di Cristo, come dell’Uomo della Sindone, hanno “parecchi elementi non regolari, difficilmente attribuibili alla fantasia degli artisti, che permettono di dedurre come le antiche raffigurazioni del volto di Gesù possano dipendere dalla venerata reliquia”.

Nei Vangeli, infatti, non c’è descrizione alcuna dell’aspetto di Gesù, per cui si può dedurre che le raffigurazioni che abbiamo oggi di lui provengano direttamente da quelle viste e rappresentate da persone che sapevano della Sindone.
La Chiesa, il secolo scorso, ha deciso che l’autenticità della Sindone non è argomento di fede, per il momento, ed ha delegato alla scienza il compito di studiarla meticolosamente. Molti sono stati comunque i Pontefici che l’hanno ritenuta autentica e databile all’anno zero.

Antonella Sanicanti

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