La lotta di Don Bosco con satana un Duello durato una Vita!

Alcuni passi, liberamente tratti da “Tra i giovani con coraggio” (di N. Palmisano).

“Ho fame” -dice con un fil di voce un ragazzo sui quindici anni, mentre segue con occhi tristi e scuri lo schiamazzare di qualche centinaio di ragazzi. Un giovane prete sta con loro, corre come il vento, inseguito da giovani che sbandano alle sue finte. A un certo punto il giovane prete fissa i suoi occhi sul ragazzo al margine del prato, gli si fa vicino gli chiede se si sente male. “Ho fame” -esclama il ragazzo con la voce rotta dall’emozione- “Ho fame”questa parola mobilita tutti. Si manda  qualcuno a comprare del pane e un po’ di companatico.

Sono stralci di uno dei racconti sulla vita di San Giovanni Bosco (1815-1888) che lo presentano in tutta la sua purezza di intenti, attivissimo in quella che sarebbe diventata l’opera della sua vita: prendersi cura dei ragazzi abbandonati, disagiati e senza tetto. Don Bosco se ne fece carico e, da uomo concreto, non dimenticò mai che i suoi ragazzi dovevano vivere nel mondo, per cui si impegnò a dar loro un titolo di studio prima, un mestiere poi, perché si inserissero nella società.

Nel 1860 il suo progetto, e la comunità che ne conseguì, vennero approvati dalla Santa Sede e posti, dallo stesso don Bosco, nelle mani di Santa Maria Ausiliatrice dei cristiani e di San Francesco di Sales (da cui il nome di “Salesiani” per i seguaci ). L’iniziativa immensa del sacerdote anche oggi rappresenta, in tutto il mondo, l’interscambio tra l’educazione/istruzione e la chiamata alla santità.

Moltissimi sono gli episodi che si raccontano della sua vita. Alcuni rischiano di sembrare al di fuori della realtà, oggigiorno. Ma di quale realtà? Stiamo parlando della vita un Santo, un uomo che già su questa terra ha sperimentato l’ultraterreno, nel Bene e nel male.

Ecco alcuni spunti:

CARLUCCIO E LA MADONNA AUSILIATRICE

Carluccio era un quindicenne, figlio di un seguace di don Bosco. Si era ammalato gravemente e, dal letto di morte, chiedeva di vedere il sacerdote perché lo confessasse per l’ultima volta. Purtroppo don Bosco arrivò tardi e per Carluccio non c’era più nulla da fare.

Si dice che al sentire la voce di don Bosco che lo chiamava, Carluccio si rianimò e, seduto sul letto, raccontò di aver sentito la sua anima uscire dal corpo e che poi si era  ritrovato davanti a Cristo che stava per giudicarlo. Era stata Maria Ausiliatrice a dirgli di aspettare, mentre Carluccio spaventato, vedeva anche, li vicino, il fuoco dell’inferno e dei demoni. Proprio in quel momento la voce del sacerdote lo aveva risvegliato e ora gli chiedeva: “Carluccio, preferisci stare ancora in questo mondo di tentazioni e pericoli o di andare tra le braccia di Maria Ausiliatrice?”. Il ragazzo rispose: “Preferisco andare tra le braccia di Maria Ausiliatrice”. Il Santo lo assolse e lui cadde morto.

LE BEFFE DEL DIAVOLO

Si racconta che il diavolo, adirato per il numero elevato di anime che don Bosco salvava, cercava di infastidirlo in molti modi, spesso facendogli male. A volte si aggirava sul solaio, altre volte, mentre don Bosco cercava di scrivere le Regole dei Salesiani, versava l’inchiostro sul manoscritto. Gli tirava le coperte dal letto, lo scherniva, lo metteva a dura prova assumendo l’aspetto di animali feroci che lo inseguivano e lo tormentavano.

E ancora (come lui stesso diceva): “La notte del sei o sette di questo mese ero appena coricato e già incominciava ad assopirmi, quando mi sento prendere per le spalle e darmi un crollo tale che mi spaventò grandemente. “Ma chi sei?” Accesi tosto il lume e mi vestii, guardai sotto il letto e in tutti gli angoli della stanza, per vedere se ci fosse nascosto qualcuno, causa di quello scherzo. Ma nulla trovai. Esaminai l’uscio della mia camera ed era chiuso. Esaminai parimenti l’uscio della biblioteca, tutto era chiuso e tranquillo”.

Don Bosco, poi, ricordava di essere tornato a letto. “Ero appena sopito, quando mi sento dare un altro crollo che mi sconvolge. Voleva suonare il campanello e chiamare. “Ma no” -dissi tra me, “non voglio disturbare alcuno” e intanto mi posi a dormire supino; quando mi sento sullo stomaco un peso enorme che mi opprimeva, quasi m’impediva il respiro. Non potei tenermi dal gridare: “Che cosa c’è`?” e diedi ad un tempo un forte pugno, ma nulla toccai. Mi posi sull’altra parte e si rinnovò quell’oppressione. In tale miserando stato passai tutta quella notte”.

“L’altra sera andai in camera e vidi il tavolino da notte ballare e battere: tac, tac, tac … Ohi, questa è bella! -dissi fra me e mi avvicinai e lo interrogai: “E sicchè, che cosa vuoi ?” ed esso continuava: tac, tac, tac. Mi ponevo a passeggiare per la camera ed esso taceva, gli andavo vicino ed esso ballava e batteva. Vi assicuro che se io avessi udito raccontare quanto ho veduto, non avrei certamente creduto. E non ci par di sentire i fatti delle streghe che ci raccontava la nonna?”.

LE BENEDIZIONI

Un giorno condussero a don Bosco un’indemoniata, perché la benedicesse. Lei sembrava soffocare, mentre uno spirito maligno, dal suo interno, disse di chiamarsi Petrus e che da due anni abitava in quella persona.

“Che cosa fai qui?” -chiese don Bosco.

“Faccio il guardiano di Santa” (nome della donna).

“Dove stavi prima?”.

“Nell’aria! Voi dovete combattere molto contro di me”.

“Perché non vuoi uscirne? Non vedi che aumenti le tue pene, il tuo male?”.

“Io lo voglio il male!”.

In quel momento don Bosco non poté esorcizzare la donna, non avendo il permesso del Cardinale Vicario, ma un signore presente, che non credeva all’esistenza del demonio, modificò di netto il suo pensiero.

Un caso simile fu quello di un’altra donna che un giorno gli si gettò davanti, dimenandosi e quasi svenendo. Aveva la spuma alla bocca e si contorceva: “No, non voglio uscire! Non voglio partire!”.

Don Bosco cominciò a benedirla e a pregare per lei. Continuò ininterrottamente, finché si alzò, prese la medaglia della Madonna che il sacerdote le offriva, la baciò ed entrò in chiesa per sentire la Messa. Era guarita.

L’eccezionalità della vite dei Santi spesso ci lascia senza parole e smarriti, quasi con un sentimento di distacco tra loro e noi, le loro vite e le nostre. Non dimentichiamo che ognuno di loro ha salvato almeno un’anima, cosa che dovrebbe essere anche il nostro scopo giornaliero. Infatti tutti i cristiani sono chiamati alla santità.

Anche se non diventeremo Santi, dovremmo almeno provarci con più intenzione. Non credete?

San Giovanni Bosco si celebra proprio in questo mese, il 31 gennaio.

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