Mazzone: Sulla bestemmia di Buffon, bestemmiare è vergognoso, una brutta cosa

 

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In occasione di Italia-Spagna, il portiere della nazionale Gigi Buffon si è reso protagonista di un liscio che ha dato via libera all’attaccante spagnolo e messo in difficoltà la compagine azzurra (si trattava di uno scontro diretto per le qualificazioni mondiali per cui si sa che c’è un solo posto a disposizione). Fortunatamente per noi siamo riusciti a rimontare lo svantaggio e limitare i danni, ma la papera e sopratutto lo sfogo di Buffon (una bestemmia) non sono passati inosservati.

 

A settimane di distanza viene intervistato sull’argomento il tecnico romano Carletto Mazzone (uomo di grande fede) a cui viene chiesto come avrebbe reagito dopo un comportamento del genere, con il suo solito modo colorito Carletto ha risposto: “Io lo averi preso a calci nel sedere se fossi stato in quel momento il suo allenatore e lo avessi visto, bestemmiare è vergognoso, una brutta cosa, bisogna dare il buon esempio, lanciamo pessimi messaggi. Lo avrei sostituito e gli avrei detto: non giocherai per punizione alla prossima, basta con le blandizie”.

 

Nessuna pietà, nemmeno per il più forte portiere del mondo, perché secondo Mazzone i grandi campioni hanno la responsabilità di offrire un esempio positivo, sopratutto in nazionale (le partite sono in chiaro e possono guardarle tutti persino bambini). Sembra strano per un personaggio famoso per le sue sfuriate con i propri calciatori ed anche contro i tifosi avversari (celebre lo scatto verso la curva avversaria in cui lanciava improperi assortiti nei confronti dei tifosi) eppure confessa: “Io nella mia carriera non ho mai accettato o tollerato bestemmie in campo ed anche in allenamento”.

 

Mazzone aggiunge anche che in casi come questo la Federazione non deve guardare il nome ed agire con maggiore determinazione per evitare che si ripetano episodi vergognosi come questo. Chiarita la sua posizione gli viene chiesto se crede che la fede possa contribuire a migliore il calcio e qualsiasi altro sport (in riferimento al convegno tenutosi qualche giorno prima sulla relazione tra sport e religione), ed il coriaceo tecnico è sembrato piuttosto favorevole a riguardo: “Penso di sì. Credere aiuta sempre e lo dico da persona che sin da piccola è stata indirizzato verso la Chiesa cattolica e che ha vissuto in una famiglia di valori religiosi”.

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