La Madonna è realmente Madre di Dio (Theotokos).

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Alla domanda se Maria è veramente Madre di Dio risponde in modo mirabile Cirillo:

 Cirillo, vescovo di Alessandria nel V secolo. Siamo nel contesto del dibattito cristologico tra lo stesso Cirillo e Nestorio, vescovo di Costantinopoli nel 428. A lui Cirillo scrive una lettera, dove si dice fra l’altro:

“Questo afferma dovunque la fede ortodossa, questo troviamo presso i santi Padri. Essi non dubitarono di chiamare la santa Vergine ‘Madre di Dio’, non certo perché la natura del Verbo o la sua divinità abbiano avuto l’origine del loro essere dalla santa Vergine, ma perché nacque da essa il santo corpo dotato di anima razionale, a cui il Verbo è unito sostanzialmente”.

Questo documento cirilliano venne fatto proprio dal Concilio di Efeso del 431 (il terzo Concilio ecumenico), che definì dogmaticamente

Maria “Madre di Dio” (Theotokos). Come scrive Cirillo, è l'”unità sostanziale” del Figlio di Dio con il figlio di Maria (unica Persona, in cui coabitano due nature, quella divina e quella umana), che fonda la definizione efesina, per cui Maria è veramente la “Madre di Dio”.

 

(nel 431). I successori degli Apostoli, i Vescovi, sono radunati in Concilio a Efeso: stanno esaminando la questione della natura umana e divina del Cristo unite nell’unica persona del Verbo, contro l’eresia di Nestorio che ammette due persone in Gesù e ne deduce che la Madonna non è Madre di Dio. A Efeso c’è grande folla: il popolo partecipa in maniera molto viva alla discussione su queste verità importantissime, come oggi si prende viva parte ad avvenimenti infinitamente meno importanti. 
E quando il popolo impara che i Padri Conciliari hanno condannato l’errore di Nestorio e, guidati dallo Spirito Santo, hanno definito che Gesù è vero uomo e vero Dio nell’unità reale e sostanziale della persona del Verbo, e, di conseguenza, la Madonna è Madre di Dio, esplode in acclamazioni, in grida di gioia, in una festa incontenibile; e, quando i Padri escono dall’aula conciliare, vengono portati in trionfo, e a sera sono accompagnati con canti, e con fiaccole accese alle loro dimore. I sentimenti di quei Padri e di quella folla festante furono espressi nell’Omelia, tenuta da S. Cirillo di Alessandria, di cui riporto qualche brano: “Ti salutiamo, o Maria, Madre di Dio, venerabile tesoro di tutta la terra, lampada inestinguibile, abitacolo di Colui che non può essere circoscritto da nessun luogo. Salve tu che hai accolto nel tuo grembo verginale Colui che è immenso e infinito. Per te la santa Trinità è glorificata e adorata. Per te la Croce è celebrata in ogni angolo della terra. Per te i Cieli esultano. Per te gli angeli e gli arcangeli si allietano. Per te i demoni sono messi in fuga. Per te la creatura decaduta è innalzata al Cielo”.

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