Ecco il giorno in cui sono morta

 

La bellissima storia di Melanie Pritchard è racchiusa in un libro che parla della sua ultima gravidanza, intitolato “ The day I died” (il giorno in cui sono morta). Tutto comincia nel 2012, Melanie è rimasta incinta per la seconda volta rendendo enormemente felice il marito Doug, la gravidanza va alla grande fino alla trentanovesima settimana quando le si rompono le acque ed è costretta ad andare in clinica per partorire.

Durante il travaglio qualcosa va storto, il liquido amniotico si versa dentro il suo corpo generando un embolia, Melanie diventa blu e smette di respirare autonomamente, i medici vanno in fibrillazione devono cercare di salvarle la vita e nel contempo fare nascere la piccola che rischia anch’essa di morire.

Doug avvisato delle condizioni precarie della moglie esce in sala d’attesa e comincia a pregare, chiama amici e parenti, diffonde la notizia dei problemi di Melanie e li invita a pregare con lui, questi diffondono la richiesta di Doug sui social e presto una folla di amici si raduna davanti alla clinica per chiedere il miracolo.

 

Nel frattempo due equipe di medici lavorano su Melanie, una cerca di defibrillare il suo cuore (tentativo per 4 volte fallito) e l’altra effettua il parto cesareo per salvare almeno la bambina. I medici non hanno successo con Melanie (tenuta in vita da delle macchine) ma riescono a salvare la bambina e la danno in braccio al padre che decide di chiamarla Gabriella (eroina di Dio).

La situazione è dolorosa, Melanie ha bisogno di un altra operazione per rimuovere il liquido amniotico e chiudere l’emorragia causata dal parto cesareo, l’intervento è rischioso perché, anche se dovesse riuscire, Melanie potrebbe riportare gravi danni al cervello. Doug capisce che non c’è altro modo per salvare la moglie da il suo benestare, ma prima parla con lei e le dice: “Ti amo e ti amerò per sempre. I nostri bambini Brady e Gabriella sono magnifici e ti vogliono bene. Se hai ancora qualche scintilla per combattere allora combatti. Al di là delle mie speranze promettimi che seguirai il tuo angelo custode ovunque ti guidi. Ovunque ti guidi sarà dove Dio ha bisogno di te”.

Dopo l’operazione la donna torna a respirare da sola e passate 6 settimane è in grado di tornare alla sua vita senza problemi. Nel 2014 (due anni dopo la nascita di Gabriela) Melanie ha pubblicato una foto di tutta la famiglia a cui ha allegato un post di ringraziamento a  Dio per averle concesso la possibilità di godersi la sua famiglia: “Non c’è giorno che non ringrazi il Signore per avermi lasciata sopravvivere a qualcosa di cui pochi possono parlare. Il Signore mi ha ispirata a scegliere un ospedale a favore della vita.  Ringrazio Dio per aver concesso a me, Brady, Doug e Gabriella di essere di nuovo una famiglia e per concedermi di parlare di Dio nella sua infinita grazia, perdono e amore verso tutti noi. Dio ha il potere di salvarci dal profondo delle tenebre, anche dalla morte più oscura e portarci nella luce, per questo prego per Lui”.

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