Gesù: Sai quanti colpi di flagello ho subito per amore tuo……..

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Da tanto tempo, Santa Brigida nutriva il desiderio di venire a conoscenza di quanti colpi di frusta e percosse ricevette nostro Signore, Gesù Cristo, durante la Sua Dolorosa e Cruenta Passione.

Le apparve, allora, Gesù, che le disse:

“Figlia mia, ho ricevuto sul Mio Corpo ben 5480 colpi!

Se tu vorrai onorarli, dirai, ogni giorno, per la durata di 1 Anno, 15 Pater e 15 Ave,insieme alle seguenti Orazioni, che Io ti do.

Trascorso un anno, tu avrai onorato ognuna delle Mie Piaghe”.

Quindi, Gesù, per intercessione di Santa Brigida di Svezia, ha voluto fare dono di queste promesse a tutti coloro che reciteranno queste Sue Orazioni, tutti i giorni, per la durata di 1 Anno, come Lui ha desiderato.

Presso i romani la « flagellazione » precedeva ordinariamente la pena capitale della crocifissione ; qualche volta costituiva una pena a sé, sostituendo la pena capitale.

(2) Gv., XIX, 1.

 

Era eseguita dai soldati. Il paziente veniva denudato, legato per i polsi ad un palo, in maniera da offrire il dorso ricurvo. I colpi erano dati non già con verghe, ma con uno strumento speciale, chiamato « flagellum ». Esso era una robusta frusta con molte code di cuoio, le quali venivano appesantite da pal­ lottole di metallo, spesso armate di punte aguzze. Il numero dei colpi era lasciato all’arbitrio dei flagellatori e alla resistenza del paziente.

Il flagellato, condannato alla pena capitale, era con­ siderato come un uomo senza più nulla di umano, un vuoto simulacro di cui la legge non aveva più cura;, un corpo su cui si poteva infierire liberamente. Chi subiva la flagellazione romana era ridotto ad un mostro ripugnante e spaventoso.

Ai primi colpi il collo, il dorso, i fianchi, le braccia, le gambe s’illividivano, si rigavano di strisce bluastre e di bolle tumefatte; poi, man mano, la pelle e i muscoli si squarciavano, i vasi sanguigni scoppiavano, e dappertutto rigurgitava sangue. Alla fine il flagellato diventava un ammasso di carne sanguinolenta, sfigurato in tutti i suoi lineamenti. Spesso il paziente sveniva e vi lasciava la vita ( 3 ).

Orazio chiama la flagellazione: « horribile flagel- lum ». Altri chiamavano la flagellazione « morte a metà ».

La flagellazione ebraica, era, di poco, meno crudele. Era chiamata « morte intermedia ». L’usanza pa­ lestinese era di infliggere al prigioniero « quaranta frustate meno una ». La punizione era affidata a un carnefice pagano, il quale, armato di una lunga frusta flessibile, percuoteva il prigioniero tredici volte su ciascuna spalla e tredici volte sui lombi. Non era inflitta in aggiunta ad altra pena. I due « ladroni », che morirono in quel giorno ai lati di Gesù, non vennero flagellati. La legge ebraica proibiva di prolungare la morte ai criminali condannati, risparmiando loro la vergogna di essere flagellati.

(3) Mons. Ricciotti, o.c, pp. 721-722.

 

2. Gesù flagellato

Pilato condannò Gesù alla flagellazione ro­ mana. Gesù venne legato saldamente alla bassa colonna. Il tribuno si rivolse alla coorte e spiegò che il crimine commesso dal prigioniero era d’essersi proclamato re dei giudei. Il soldato addetto alle flagellazioni per la guarnigione di Gerusalemme si avvicinò alla vittima e ne guardò il volto. Poi, si spostò a un paio di metri dalle spalle di Gesù. Il flagello fu portato tutto all’indietro, poi sibilò in avanti. Le strisce di cuoio trassero dalla cassa toracica un suono cupo. I frammenti di osso e di catena si avvinghiarono attorno al fianco destro del corpo e provocarono piccole emorragie sul petto. Poi il flagello colpì più in base lacerò la pelle e la carne. Le labbra di Gesù sembravano mormorare una preghiera.

Il tribuno assisteva: a lui incombeva la responsabilità di interrompere la punizione non appena ritenesse che il flagellato fosse giunto all’estremo. Fermò il carnefice e si accostò a esaminare Gesù per vedere sino a che punto avrebbe ancora resistito senza morire. Sentì che la respirazione del prigioniero era debolissima: ordinò al carnefice di smettere.

La flagellazione durò circa tre minuti. Il tribuno ordinò a due uomini di andare a prendere vesti ed ac­ qua fredda. Furono sciolte le corde ai polsi, e Gesù rotolò supino sulle pietre. Era svenuto!

La lavatura del corpo era tutt’altro che un gesto di pietà: essa faceva tornare il prigioniero allo stato di coscienza.

Il tribuno ordinò al soldato di aiutare il Naz- zareno ad alzarsi. Gli concesse di sedersi sulla colonna. A poco a poco, tutto il corpo comin­ ciò a palpitargli di sofferenza. Nessuno sentiva pietà per lui ( 4 ).

1. Santa Brìgida

racconta, come segue, la rivelazione che gliene fece la Madonna : « Condotto alla colonna, il mio Figlio si svestì, egli stesso tese le mani alla colonna ed isuoi nemici le legarono spieiatamente. Essi flagellarono il suo corpo puro da ogni macchia. Tutto il corpo fu lacerato da flagelli che avevano delle punte acute rivoltate, non tirando via ma incidendo… Il suo corpo (era) contuso e percosso fino alle costale, cosicché queste si potevano vedere. E ciò che era ancor più crudele, quando veniva alzato il flagello, la sua carne veniva solcata dalle corregge. Mio Figlio stava così insanguinato, tutto lacerato, cosicché non rimaneva su di lui nessun luogo sano, nessun tratto non flagellato » ( 8 ).

 

2. Teresa Neumann

dice: « Un momento dopo vedo Gesù che viene svestito per la flagellazione, e la flagellazione stessa. La colonna alla quale il Salvatore è legato è piuttosto alta. Egli è sospeso per le mani, ma solo tanto che il suo corpo resti tirato. Il Salvatore sta ritto a terra. Egli è spieiatamente percosso da due uomini contemporaneamente. Coloro che lo flagellano sembrano quelli che lo presero prigioniero nell’orto degli olivi. I carnefici vengono cambiati due volte, cosicché sono sei che lo flagellano. Il nostro caro Salvatore è flagellato su tutto il corpo: prima sulla schiena, poi viene vol­ tato e flagellato davanti. Ciò che gli riesce più duro è l’essere privo degli abiti.

« Sotto i colpi ripetuti, dapprima la pelle si gonfia, e poi si lacera; il sangue scorre in modo che tutto il corpo prende un aspetto terribile, rosso di piaghe e di sangue. Quando i soldati hanno soddisfatto la loro crudeltà, slegano il Salvatore, che cade a terra: è una vista straziante » (9).

(8)  Libri I e IV.

(9)  Libro di p. Leopoldo Witt.

 

3. Caterina Emmerick

descrivendo i flagelli usati dai due primi carnefici, afferma: « Le fruste o flagelli che essi usarono in principio, mi sembravano fatti di una specie di legno bianco flessibile, o forse erano fatti di nervi di bue, o di striscie di cuoio.

« Vidi dei gruppi di giovani infami intenti a preparare nuovi flagelli, mentre altri andavano a cercare dei rovi spinosi. Dei servi del sommo sacerdote diedero del denaro ai carnefici…

« I due carnefici che seguirono usarono una specie di bastone spinoso pieno di nodi e di schegge. I colpi di questi bastoni gli laceravano la carne in pezzi; il sangue spillava fino a macchiar loro le braccia; ed egli gemeva, pregava e rabbrividiva.

« Due altri carnefici usarono dei flagelli fatti di catenelle o di corregge coperte di uncini di ferro che penetravano fino all’osso e strappavano dei pezzi di carne ad ogni colpo.

« I carnefici slegarono Gesù e ritornarono a legarlo con la schiena rivolta alla colonna. Essi incominciarono a flagellarlo con una furia ancor maggiore di prima; uno di essi lo percosse costantemente in faccia con un nuovo bastone.

« Vidi la beata Vergine in una continua estasi durante la flagellazione del suo divin Figlio. Essa vide e soffrì con inesprimibile amore e dolore tutti i tormenti a cui Gesù era sottoposto ».

 

4. La venerabile Maria d’Agreda

descrivendo la flagellazione, conclude: « Quando la seconda coppia di carnefici si ritirò, tutte le vene del santissimo corpo di Gesù erano già aperte, ed il corpo era una sola ferita; cosicché la terza coppia di carnefici non trovò più alcun tratto sano. Ciò nonostante, cominciarono a flagellarlo con crudeltà inumana, di modo che il corpo verginale ed innocente del Signore fu completamente lacerato. Dei brani di carne caddero perfino a terra; ed in molte parti delle spalle l’osso era scoperto e facilmente visibile, tutto coperto di sangue. In certi tratti la superfìcie dell’osso, così messa a nudo, era più larga della palma della mono.

« Per distruggere le ultime tracce della insuperabile bellezza della sacra umanità del più bello degli uomini, i carnefici percossero il divin Redentore coi flagelli sulla faccia, sui piedi e sulle mani. Nessun tratto, che la loro furia selvaggia potè raggiungere, fu lasciato sano e integro. Il sangue prezioso scorreva a rivoli a terra e vi si raccoglieva in pozze.

« Il volto adorabile di Gesù era tutto gonfio e co­ perto di ferite, in modo che i suoi occhi non potevano più vedere per il sangue e le contusioni di cui erano ricoperti. Per di più essi gli coprirono la faccia coi loro luridi sputi in derisione, sì che davvero egli fu saturo di obbrobri ».

 

5. Il profeta Isaia

Il profeta Isaia, parecchi secoli prima della venuta del Salvatore, descrisse la terribile fla­gellazione che Gesù avrebbe subito durante la sua passione e morte :

« Dalla pianta del piede alla testa

non c’è in lui una parte intatta; ma ferite e lividure

e piaghe aperte, che non sono state pulite né fasciate, né curate con olio » (10). « Ho consegnato il dorso ai flagellatori,

la guancia ai depilatoci; non ho nascosto la faccia

agli oltraggi e allo sputo» (11)Disprezzato e reietto dagli uomini

uomo dei dolori familiare con il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia,

disprezzato, così che non l’abbiamo stimato. Pertanto egli ha portato i nostri affanni,

egli si è addossato i nostri dolori, e noi lo abbiamo ritenuto come un castigato,

percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti,

schiacciato per le nostre iniquità » ( 12 ).

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