Addio a Stanslav Petrov, l’ufficiale sovietico che scongiurò l’olocausto nucleare, guidato dalla mano della Madonna

Nemo Propheta in Patria, il detto latino si applica alla perfezione alla vita del militare russo Stanislav Petrov: l’uomo che con la sua lungimiranza ha salvato il mondo da un olocausto nucleare il 26 settembre del 1983, infatti, è morto così com’è vissuto senza onori né riconoscenza. Quella notte del 1983 l’orologio della fine del mondo era ad un passo dal toccare la mezzanotte, ma lui si è opposto fermamente al lancio dei missili, poiché era convinto che gli Stati Uniti non avrebbero mai attaccato la Russia con un lancio massiccio di testate nucleari.

Erano le 00:05 quando una spia del sistema di tracciamento delle testate nucleari si accese mettendo in allarme la base russa, in quel preciso istante tutti i militari presenti si girarono verso Petrov e questo per un istante trasalì, da lui dipendeva lo scoppio di una guerra nucleare potenzialmente devastate. Passato lo shock iniziale, Petrov disse ai suoi sottoposti di controllare che non ci fosse stato un malfunzionamento della strumentazione. I militari applicarono tutte le 29 procedure di controllo previste, ma il sistema non segnalava alcun malfunzionamento, anzi nel frattempo si accesero altre spie, il che significava l’imminente arrivo di un grappolo di testate nucleari dirette in Russia.

A questo punto le procedure standard prevedevano che Petrov avvertisse il Cremlino, dopo di che sarebbero rimasti 15 minuti per decidere se rispondere all’attacco con il lancio di testate nucleari verso gli Stati Uniti e l’Europa. Dato il periodo storico, la settimana prima era stato abbattuto un boeing coreano che era entrato nello spazio aereo russo, non c’erano possibilità che il Cremlino decidesse di non rispondere all’attacco. Petrov questo lo sapeva e sapeva anche che avrebbe dovuto attenersi alle procedure, ma qualcosa gli diceva che si trattava di un falso allarme e decise di non avvertire i superiori.

Presa quella difficile decisione non restava che attendere e capire se la sua sensazione fosse corretta. Per fortuna sua e del mondo intero nessun missile ha colpito la Russia. Alla fine di quella giornata Petrov fece rapporto ed invece di essere premiato per il suo coraggio e la sua lungimiranza è stato redarguito per non aver seguito le procedure standard. Nessuno seppe di questa storia finché non crollò l’URSS, ma quando la notizia si diffuse furono molti i paesi europei che vollero assegnare un onorificenza a quel ufficiale russo che salvo il mondo da una catastrofe nucleare.

Congedatosi dall’esercito non gli venne nemmeno concessa la promozione a colonnello che di solito spetta agli ufficiali e passò il resto della sua vita in una casa d’epoca kruscioviana (una di quelle modeste case popolari costruite per dare un tetto ad ogni cittadino russo) solo con i suoi ricordi. Petrov è morto il 19 maggio scorso, ma la notizia del suo decesso, esattamente come quella della sua eroica decisione, è passata sotto silenzio venendo fuori solamente in questi giorni.

Le parole di Giovanni paolo II ci dicono quale mano realmente fermò e scongiurò quel terribile conflittoQuella pervenutaci tramite suor Lucia dunque è in effetti una rivelazione soprannaturale. In pratica adesso sappiamo – per rivelazione della Madonna – che Giovanni Paolo II in quel frangente storico ha per davvero salvato il mondo e l’umanità da un conflitto atomico che sarebbe stato fatale.
Tali mirabili effetti, anche se possono sembrare assurdi a chi è imbevuto di mentalità positivista (una miopia che non coglie la profondità delle cose), svelano l’inusitato potere, un potere reale, sulla Terra e in Cielo, che Gesù ha consegnato a Pietro a cui – come ha mostrato la Madonna a Fatima – sono affidate anche le sorti storiche dell’umanità.

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